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AVOLA

La città
Avola si estende sulla costa ionica, nel territorio a sud di Siracusa, lungo uno dei più antichi percorsi greci della Sicilia: la via Elorina. L’area in cui si trova è un eccezionale contenitore di beni culturali e ambientali e di essi la città costituisce la “porta”. Dalla grande Piazza Umberto I, giá piazza maggiore del celebre centro storico a pianta esagonale, iniziano le strade barocche e si accede alle spettacolari riserve naturali di Cava Grande del Cassibile e di Vendicari. Il pianeggiante sito della città di Avola si pone in un contesto paesaggistico straordinario poiché compreso tra il mare Ionio e i monti Iblei, ovvero tra un litorale avente spiagge di calda sabbia fine e dorata, e la frescura e i profumi delle alture iblensi che a nord-ovest la circondano.

Curiosità
La moneta della bizantina Abolla dalla quale potrebbe discendere l’attuale città, recava da un lato un grappolo d’uva per celebrare i suoi vini. Il territorio è sempre stato votato alla coltivazione della vite e il Nero d’Avola, grande vino rosso realizzato dall’omonimo vitigno, è un prodotto d’eccellenza apprezzato non solo in Italia, ma dal mercato internazionale.
La mandorlicoltura si è affermata a metà Ottocento grazie agli studi di Giuseppe Bianca. Ai primi di febbraio la fioritura dei mandorli è uno spettacolo da non perdere. La varietà più coltivata è la Pizzuta dall’ovale perfetto, come scriveva Leonardo Sciascia, unica al mondo per la sua pregevole qualità ed esportata su scala internazionale. Diversi e tutti molto buoni sono i prodotti dolciari realizzati con le mandorle. Particolarmente freschi e salutari sono il latte di mandorla e le granite; impareggiabili sono pure i torroni, i deliziosi biscotti, la frutta martorana e i confetti.

Lo stemma di Avola
Lo stemma di Avola rappresenta uno scudo sovrastato da una corona smaltata in oro e incastonata di rubini, smeraldi e perle, con due cornucopie laterali colme di frutti e foglie legate in basso da un nastro verde. Lo scudo è formato da tre elementi: la fascia, la croce e le api. La fascia incurvata di colore oro lo divide in due campi, uno superiore comprendente la croce bianca sul fondo rosso e una inferiore con tre api dorate disposte a montante una su due su fondo blu.

Cenni storici
Le origini della città di Avola non sono molto chiare ma la maggior parte sono concordi nel far risalire l’origine della città ad Hybla maggiore, in prossimità della costa sud orientale della Sicilia. L’antica città di Avola (oggi “Avola Antica”) sorgeva in una vallata rocciosa nei pressi del Monte Aquilone a circa 400 m. d’altezza. Il rinvenimento di numerosi reperti presso questo sito testimonia l’esistenza di un’antica città medievale e sembra confermare la presenza umana già in epoca preistorica.
Avola subì diverse dominazioni, da quella bizantina, che deteneva la città a nome dell’Impero Romano d’Oriente, a quella araba, che ha lasciato una ricca eredità agricola e gastronomica (pistacchi, coltivazione dei datteri, alberi d’ulivo, piante da zucchero). Fu poi conquistata dai Normanni, che proclamarono Ruggero d’Altavilla conte di Abola e, successivamente trasformata in Baronia, per mano dei militi di Ruggero, rimanendo tale anche durante le successive dominazioni sveva e angioina. Infine, sotto il dominio degli Aragonesi, divenne Marchesato.
L’antica Abola, città fortificata fornita di un castello e di oltre venti chiese, era situata su un alto colle degli Iblei. Anche Avola fu totalmente distrutta dal terremoto del 1693 ma, come Noto, dimostrò immediatamente una strenua volontà di rinascita, tanto che fu riedificata solamente due anni dopo il terremoto. La città fu rifondata nella sottostante pianura e in prossimità del mare, dal marchese d’Avola Nicolò Pignatelli Aragona Cortés, nipote di Papa Innocenzo XII. La riprogettazione della città fu assegnata all’ingegnere gesuita Angelo Italia, che propose una struttura rigidamente geometrica, con un sistema a croce con quattro piazze e quattro porte, e una pianta perfettamente esagonale, come imponeva la trattatistica urbana rinascimentale.
Nella città, architetture di pregio sorsero nella seconda metà dell’Ottocento, dopo l’Unità d‘Italia. Si costruirono, in stile neoclassico, opere di rilevante utilità pubblica, quali il Palazzo di Città, l‘Ospizio-Ospedale, la Pretura, le Scuole femminili e maschili, il Teatro e il Mercato. L’edilizia privata ebbe un forte incremento nei primi decenni del ‘900 e privilegiò lo stile Liberty. Sono molte le facciate delle abitazioni di Avola a presentare fantastici decori intagliati a bassorilievo negli stipiti, nelle architravi e nelle mensole dei balconi. Nel 1929 l’impianto planimetrico esagonale fu congiunto al mare con l’apertura del viale, ora dedicato a Corrado Santuccio, e si costruì la Rotonda. Nella seconda metà del Novecento si assiste ad una espansione urbana senza precedenti e alle “case a schiera” si sostituiscono le villette; Avola Antica diventa area residenziale estiva e Cava Grande, nel 1984, riserva naturale.
La città rivaluta i suoi beni culturali e ambientali e scopre la sua vocazione turistica.

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