CATANIA - East Sicily
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CATANIA
La città
Catania è situata sulla costa orientale dell’isola alle falde dell’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa. Il territorio include anche una parte della piana di Catania (‘a Chiana), una delle pianure più estese in Sicilia dove la parte più vicina al mare è costituita dalla riserva naturale Oasi del Simeto che prende il nome dal fiume Simeto che lo attraversa. Originariamente la città nasceva su un colle che corrisponde oggi a Piazza Dante, dove sorge il Monastero benedettino di San Nicolò l’Arena, sede universitaria. L’altro grande rilievo è la collina di Santa Sofia, dove è situata la Cittadella Universitaria. La città è attraversata da un fiume sotterraneo, l’Amenano. Questo fiume in passato era collegato ad un lago, il lago di Nicito, situato poco fuori le mura ad ovest, attualmente coperto dalla colata lavica del 1669. L’Amenano si rende visibile nell’omonima fontana “dell’Amenano” nota come “l’acqua a linzolu”, una statua in marmo situata nei pressi di piazza Duomo. In seguito alle calamità naturali il territorio ha subito cambiamenti: nella costa a nord del porto si è formata una scogliera in seguito alle colate laviche negli anni 1169, 1329 e 1381, anno in cui venne coperto anche una parte di Porto Ulisse. Questo tratto di costa chiamato “La Scogliera” comprende la spiaggetta di S. Giovanni li Cuti. Nella costa a sud del porto invece si è formato un litorale sabbioso, la Plaia.
Curiosità
Il nome Catania Secondo lo storico greco Plutarco, deriva da “katane” che significa grattugia, per l’associazione con le asperità del territorio lavico su cui sorge, od anche dal protolatino “katina” (catino, bacinella) per la conformazione naturale a conca delle colline intorno alla città. L’etimologia resta comunque oscura.
La Santa Patrona di Catania è Sant’Agata. Secondo la leggenda nel 252, un anno dopo la morte della Santa, Catania venne colpita da una terribile eruzione vulcanica dell’Etna che ebbe inizio il 1° febbraio e aveva già distrutto alcuni villaggi lungo la periferia della città. Il popolo allora si recò presso la cattedrale, prese il velo di Sant’Agata e lo portò in processione nei pressi della colata. Secondo la tradizione, essa si arrestò in breve tempo, esattamente il 5 febbraio, data del martirio della vergine catanese. Ma l’eruzione più disastrosa avvenne nel 1669, il vulcano eruttò lava per sessantotto giorni e giunse fino in città circondando il fossato del Castello Ursino. Quando arrivò ad una distanza di trecento metri dal duomo miracolosamente scansò i luoghi in cui Sant’Agata era stata imprigionata, aveva subito il martirio e dove poi era stata sepolta, per dirigersi verso il mare e proseguire per più di tre chilometri. Sembrò chiara la volontà della Santa catanese di salvare i luoghi che appartenevano alla sua storia e al suo culto. Secondo le leggende Sant’Agata ha salvato la città dalla distruzione della lava più di quindici volte dal 252 al 1886. Proprio per questo ogni anno, il 5 febbraio, tutti i cittadini catanesi festeggiano la loro santa protettrice che li ha salvati a più riprese dalla distruzione.
Il simbolo della città è “u liotru”, l’elefante, manufatto in pietra lavica porosa, situato al centro della pizza Duomo.
Lo stemma di Catania
Lo stemma di Catania raffigura uno scudo su di uno sfondo azzurro sovrastato dalla corona reale aragonese. Nella parte sottostante è riportato un acronimo “S.P.Q.C.” che sta ad indicare l’espressione latina “Senatus Populusque Catanensium”. Al centro è rappresentato un elefante di profilo di colore rosso porpora con le zanne rivolte a sinistra (destra araldica) e su di esso la lettera “A” maiuscola altresì di colore rosso, che sta per Agata, la santa patrona della città.
Cenni storici
Catania vanta una storia millenaria caratterizzata da svariate dominazioni che si sono succedute lasciando un patrimonio artistico, architettonico e culturale di inestimabile bellezza. Essa nasce dall’antica colonia greca fondata dai Calcidesi di Naxos, i quali si stanziarono lungo le falde dell’Etna intorno al 729 a. C.. I primi nuclei abitativi nacquero in corrispondenza dell’attuale monastero dei Benedettini dove si sviluppò l’acropoli fino al 476 a.C., data in cui la città venne conquistata dal tiranno siracusano Gerone, il quale conferì il nome “Etna”. I Calcidesi però non esitarono a riconquistarla nel 461 a.C., restituendo il vecchio nome di “Catania o Catina”. Nel periodo successivo Catania subì otto distruzioni a causa di terremoti ed eruzioni vulcaniche. Sotto i romani, la città attraversò un periodo di grande lustro grazie alla costruzione del teatro e delle terme, del foro e del circo, del ginnasio e dell’anfiteatro tanto da essere annoverata tra le venti città più importanti del mondo mediterraneo. In seguito fu conquistata dagli Orstrogoti, Bizantini ed Arabi che portarono ad una fase di decadenza per poi rifiorire come centro commerciale e marittimo sotto i Normanni nel 1060. Lo splendore però ebbe vita breve in quanto la città fu colpita da un terribile terremoto nel 1169 seguito da un’eruzione che generò una corrente di lava che arrivò al mare, fino al castello di Aci. La città venne ricostruita ma, ad opera dell’imperatore Enrico IV, venne nuovamente saccheggiata.
Nel 1239 Federico II di Svevia fece edificare il castello Ursino ai margini dell’ abitato e in prossimità del mare, come sistema difensivo della costa dalle incursioni piratesche. Sotto Federico II Catania ebbe il suo primo stemma comunale che raffigura un’elefante, rimasto ancora oggi simbolo della città.
Grazie alla fondazione dell’università di Catania, la più antica in Sicilia e una delle più antiche in Italia e con l’insediamento in città della famiglia spagnola degli Aragonesi ebbe inizio uno sviluppo che portò Catania a diventare la seconda città della Sicilia e una delle più importanti del Sud Italia. Questa ripresa fu arrestata verso la fine del XVI secolo e nel XVII secolo a causa delle tragedie che la colpirono: la peste nel 1576, l’eruzione lavica nel 1669 che sommerse di lava la parte occidentale della città con i suoi magnifici monumenti, ed infine il terremoto del 1693 che demolì ciò che restava di Catania.
La ricostruzione nel XVIII secolo, basata sul piano regolatore del Lanza, Duca di Camastra con il supporto degli architetti Vaccarini, Battaglia e Palazzotto, fece riemergere dalle rovine la città, conferendo l’aspetto urbanistico mantenutosi fino ad oggi nella sua parte storica.
La città è stata ricostruita quasi interamente utilizzando la pietra lavica che si configura in questo modo come un elemento caratterizzante.
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