Le pietanze e i dolci tipici del Carnevale negli Iblei: semplici ricette che raccontano la storia del gusto di un territorio autentico.
Negli Iblei, la festa degli eccessi si onora con golosi stravizi a tavola. Durante il Carnevale si fa ampio e abbondante uso di sughi a base di carne, retaggio di una cultura contadina che a pochi giorni dall’inizio della Quaresima, uccideva il maiale allevato per mesi e lo cucinava in tutte le sue parti per farne pietanze gustose e nutrienti.
La settimana del Carnevale si apre con il Giovedì grasso in cui, a farla da padrone nella vecchia contea di Modica, è u maccu lurdu con o senza lolli, ossia un minestrone di legumi con aggiunta di cotiche di maiale e, a piacimento, grossi cavatelli fatti a mano con farina di grano duro. Immancabili i maccarruna impastati con farina, uova e, un tempo, acqua piovana. La pasta così impastata e scaniata (ben lavorata) viene ridotta in striscione sottili e attorcigliata con usu ri caccialora (culmi resistenti di canna fessa) e poi passata al pettine e lasciata asciugare ne canniscia ri usa (cesti di culmi intrecciati). Una volta cotta si serve con abbondante sugo, il piatto si ultima con un’abbondante grattugiata di caciocavallo stagionato.
Per i dolci tipici del Carnevale, la Sicilia fa scuola. Tante e semplici le ricette proposte che con pochi ingredienti restituiscono grandi capolavori culinari, leccornie per il palato: alle tradizionali chiacchiere (note in Italia con appellativi diversi), si accostano le teste di turco (frittelle dolci ripiene di uva passa e crema), le castagnole e le zeppole ripiene di crema e passate nello zucchero; le frittelle, palline di impasto fritte a cucchiaiate nell’olio bollente, e la pignoccata (o gnuocculi), così chiamata per la sua forma simile a una pigna, che si prepara con farina, zucchero, tuorli ed un pizzico di sale.
Infine, non possono mancare i ravioli di ricotta, deliziose mezzelune farcite con ricotta fresca e zucchero, che raccontano l’incredibile e millenaria storia del gusto di un territorio autentico.