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MODICA - East Sicily

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MODICA

La città
Modica si estende su di un altopiano che si restringe fino alla rupe dove sorgeva il Castello. Il territorio è delimitato da due cave dove scorrevano i torrenti Ianni Mauru e Pozzo dei Pruni, ormai asciutti, che confluivano formando il Moticano, attualmente coperto dalla viabilità.
L’incontro tra i due corsi d’acqua avviene proprio sotto la Torretta dell’Orologio del Castello dei Conti di Modica dove l’altopiano è diviso in quattro formando dunque quattro colline che rappresentano i nuclei urbani di “Modica Bassa” e “Sacro Cuore”: Pizzo a nord, Idria ad ovest, Giacanta ad est e Monserrato a sud.
Lungo i fiumi sono stati costruiti, nel territorio modicano, diciassette ponti che collegavano le diverse sponde della città, tanto da essere definita, in una delle prime edizioni dell’Enciclopedia Treccani, come “La città più singolare d’Italia dopo Venezia”.
Il Moticano era un fiume perenne fino ai primi decenni del Novecento in quanto alimentato da sorgenti permanenti, come quella della Fontana Grande che permetteva fra il Cinquecento e l’Ottocento che sorgessero, nel tratto modicano del fiume, ben ventitré mulini ad acqua. Successivamente, si crearono mulini industriali e l’acqua venne incanalata nella rete idrica cittadina.
Nella parte vecchia della città numerose abitazioni costituiscono l’estensione di antiche grotte abitate fin dalla preistoria. Sono censite circa 700 grotte che una volta erano abitate o comunque utilizzate e oggi sono inglobate in nuove costruzioni.
Modica dunque è suddivisa in tre aree principali: Modica Bassa, che costituisce il centro; Modica Alta, il nucleo intorno al Castello, e la nuova zona del Sacro Cuore, detta  Modica Sorda.

Curiosità
Numerose sono le bellezze e le peculiarità che caratterizzano questa città. Innanzitutto Modica è definita, secondo il calcolo dello storico F.L. Belgiorno, la “città delle cento chiese”, ciò include anche le rovine e i resti del territorio. Modica è anche la città natale del famoso scrittore Salvatore Quasimodo, premio Nobel per la letteratura nel 1959 ma anche dello scienziato e filosofo del ‘700 Tommaso Campailla. La presenza delle due aree, Modica Alta e Modica Bassa, fa sì che la città venga definita anche “la città delle due città”. Modica vanta la presenza di un famoso ponte, Ponte Costanzo, ritenuto tra i più alti d’Europa che permette di godere di uno splendido paesaggio che domina l’intera città e che congiunge la vecchia e la nuova Modica. Luogo ideale per ammirare l’affascinate panorama è senz’altro il quartiere Pizzo, meglio noto come il “Belvedere di Modica Alta”, meta di turisti che, soprattutto nelle ore notturne, godono di una impareggiabile vista sul centro storico della città. I resti del Castello di cui rimangono una torre del XVIII secolo e un orologio costituiscono i simboli della città.
Modica è ancora la città del Barocco e della Contea ma anche la città dei disastri: funestata dai terribili terremoti del 1613 e del 1693, e dalle alluvioni del 1833 e del 1902. Anche questa città è stata set cinematografico della nota serie televisiva “Il Commissario Montalbano”, tratto dai romanzi di Camilleri e anche del film “L’uomo delle stelle” di Giuseppe Tornatore. I suoi monumenti in stile barocco sono stati inseriti nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.
Tra i prodotti tipici, Modica è nota per la produzione di cioccolato, prodotto seguendo un’antica ricetta azteca, da cui deriva la ricetta modicana. La lavorazione è rigorosamente artigianale e a bassa temperatura, cosa che impedisce la perdita o l’alterazione organolettica delle componenti del cacao. Inoltre, la pasta di cacao non arriva a fondersi con lo zucchero (lavorazione a crudo),  mantenendosi leggermente granulosa, senza grassi vegetali aggiunti, distinguendo già all’assaggio i tre elementi che la compongono: cacao, zucchero e spezie.

Lo stemma di Modica
Lo stemma di Modica raffigura un’aquila coronata su di uno sfondo azzurro che tiene tra gli artigli un nastro recante la scritta “Contea di Modica”.

Cenni storici
Le origini antichissime di Modica e i resti in essa raccolte testimoniano la bellezza di un sito dove il tardo barocco e qualche illuminato esempio di liberty predominano quasi in modo assoluto. Rendono l’idea di quella che fu la capitale di un’antica e potente Contea, il cui territorio, in pieno Medioevo, si estendeva sino alle porte di Palermo. “Un regnum in regno” grazie al quale la Contea vantava proprie leggi e consuetudini che fecero della città un fiorente centro commerciale e agricolo. Questo grazie anche alle tecniche introdotte dagli ebrei e dagli arabi che convissero sino alla fine del Quattrocento, assieme agli spagnoli e ai normanni, in serenità e prosperità. La sua storia in qualche modo ha influito fortemente sull’impianto del tessuto urbano. Ricostruita dopo il terremoto del 10 gennaio del 1693, Modica offre al visitatore un aspetto singolare. E’ bene sottolineare che la sua particolare posizione strategica ha favorito l’insediamento umano già dal periodo neolitico, come attestato dai ritrovamenti relativi a Sicani e Siculi, in località Cava Lazzaro.
Durante l’occupazione romana (III sec. A.C.) fu città decumana citata da Cicerone in un ampio passo delle Verrine. Alla caduta dell’Impero Romano, Modica entrò a far parte dell’Impero d’Oriente. Dopo circa due secoli di denominazione araba, fu conquistata dai Normanni e passò quindi agli Angioini fino ai Vespri Siciliani (1282). Con i nuovi dominatori, gli Aragonesi, fu Contea infeudata alla famiglia Mosca e quindi nel 1296 ai Chiaramonte che la tennero per circa un secolo, fino al 1392, data in cui fu assegnata a Bernardo Cabrera. Modica da allora divenne per editto di Martino I, Re di Sicilia, “regnum in regno”. Il Conte batteva moneta e godeva di uguali privilegi di quelli esercitati dal Sovrano nel resto della Sicilia e che valevano entro il perimetro geografico della Contea che si estendeva sino alle porte di Palermo. Dai Cabrera, la Contea passo agli Henriquez ed ebbe fine nel 1812 quanto il territorio venne ammesso al Regno delle due Sicilie. Dopo aver dato il suo importante contributo al Risorgimento, la città fu capoluogo di Circondario fino al 1926, anno in cui, preferendole come capoluogo di Provincia Ragusa, la Città dovette abbandonare il suo rango di Capitale. Modica per due importanti monumenti, La Chiesa di San Pietro a Modica Bassa e per San Giorgio a Modica Alta, è entrata a far parte nel giugno del 2002 nella lista del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. 

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