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PALAZZOLO ACREIDE - East Sicily

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La città
Palazzolo Acreide è una città barocca situata nella parte ovest della provincia di Siracusa, da cui dista 45 km. Importante località di interesse archeologico le fanno da contrafforti rocciosi i monti Iblei, nella valle superiore vicino al fiume Anapo e alla Necropoli rupestre di Pantalica. Nel 2002 è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. La città è a forma triangolare con accessi dai principali angoli.   

Curiosità
La città ebbe due emissioni monetarie: la prima emissione, dagli studiosi datata intorno al 210-208 a.C., è costituita da una moneta bronzea che porta sul diritto la testa di Zeus rivolta a destra e sul rovescio un’aquila. L’altra emissione bronzea, ritenuta fino a qualche tempo fa l’unica, viene collocata intorno al 130-125 a.C. Porta nel diritto la testa di Persefone, rivolta a destra con corona di spighe, nel rovescio Demetra stante con lunga tunica e mantello. É probabile che questa emissione monetaria sia da attribuire al culto di Demetra, molto sentito in Akrai e di cui rimane ancora una magnifica testimonianza nelle sculture rupestri dei “Santoni”.
Tra le manifestazioni di maggiore interesse nell’antica tradizione popolare spiccano le feste in onore di san Paolo, patrono della città (25 gennaio e 29 giugno), san Sebastiano (20 gennaio e 10 agosto), san Michele, l’Addolorata, la Santa Pasqua, il Carnevale. Molto interessante è anche la festa con processione dell’Immacolata (8 dicembre), ripristinata da qualche anno.
Per quanto riguarda le tradizioni gastronomiche ricordiamo la “salsiccia palazzolese”, le paste di mandorle, la produzione di olio extravergine d’oliva ed inoltre i piatti squisiti con i sapori dell’ambiente circostante: timo, asparagi, finocchietto selvatico, origano, “aiti” (una tipologia di verdure), “amareddi” (tipici biscotti di mandorla) e altri ancora.
La cittadina fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia.

Lo stemma di Palazzolo Acreide
Lo stemma di Palazzolo Acreide rappresenta un’aquila di colore giallo, l’uccello araldico nel mondo antico medievale, coronata, per alludere alla tradizioni del re Gerone. L’aquila porta tra gli artigli i fulmini della guerra e sul petto uno scudo ovale sul quale è rappresentata la testa di Cerere frugifera e l’iscrizione AKRAION, secondo l’antica ortografia.

Cenni storici
Intorno al 664 a. C., i corinzi siracusani, su di un colle accuratamente scelto per le sue pareti inespugnabili, fondarono una colonia nei pressi di Palazzolo Acreide, Akrai, sulla collina chiamata Acremonte, che separa le valli dell’Anapo e del Tellaro. La fondazione di Akrai, avvenuta settant’anni dopo quella di Siracusa, come attesta Tucidide, rappresentava un tentativo di espansione territoriale dei siracusani che intraprendevano la conquista del ricco entroterra scacciandone gli indigeni verso l’interno. Questa nuova città- fortezza ricopriva un ruolo fondamentale per il controllo politico-militare sui Siculi dell’altopiano ibleo.
Gli scavi archeologici hanno rilevato una fase anteriore alla colonizzazione greca, di cui ci sono rimaste delle testimonianze, come la necropoli Pinita, un complesso di sepolcri scavati nella ripida roccia calcarea, molto simile alle sepolture di Pantalica. Poche sono le notizie riguardanti la popolazione che vi seppellì i propri defunti in quanto furono svuotati già nell’antichità lasciando traccia nei pregevoli manufatti. A questo proposito molto interessante per la caratteristica volta micenea è un sepolcro, viva testimonianza dei rapporti con il mondo greco ed egeo. Durante il periodo greco la città si arricchì di importanti edifici civili e coniò una moneta con l’effigie della dea Demetra. Sempre in epoca ellenistica sotto il regno di Gerone II si ebbe il riordino urbano dell’abitato e Akrai raggiunse il suo massimo splendore. Del periodo romano si conservano parecchie testimonianze come la statua dedicata a Caio Verre ritrovata da Gabriele Judica. Akrai sarà stata sicuramente città “decumana”: pur godendo di una certa autonomia e libertà, era, però, costretta a versare la decima parte di tutti i prodotti del territorio. Akrai conservò l’elevato sviluppo socio-economico raggiunto durante il regno di Gerone II anche nel successivo periodo di dominazione romana. In epoca tardo antica e cristiana la città accolse una cospicua comunità cristiana ed ebrea che migrò dopo l’editto del 18 giugno 1492 che espelleva le comunità israelitiche dai domini spagnoli. La città antica venne distrutta dalle truppe islamiche nell’ 827 che si accamparono nei suoi pressi in attesa di occupare Siracusa.
Nel 1693 Palazzolo fu distrutta da un violento terremoto e fu ricostruita settecentesca a valle, dove sorgeva il Castello e dove il ceto nobile elevò le sue dimore. Abili architetti quali il Sinatra e il Labisi edificarono splendide Chiese, testimonianza di quel particolare stile tardo- barocco.
Recentemente l’Università di Varsavia ha ripreso le ricerche adoperando nell’area della città greco-romana alcune campagne di scavo. Il 27 giugno 2002 a Budapest, durante la XXVI Sessione Plenaria dell’UNESCO, la chiesa di San Sebastiano e quella di San Paolo di Palazzolo Acreide sono state dichiarate monumenti Patrimonio dell’Umanità.

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