Dal 3 al 5 febbraio Catania si ferma per rendere omaggio alla sua Patrona, Sant’Agata. Ma quali sono i miracoli attribuiti alla Santa?
Vergine e martire, Sant’Agata fu sedotta dal proconsole Quinziano ma non cedette. E lui la fece torturare: tradotta in carcere fu sottoposta a tortura che culminò con lo strappo di una mammella. Venerata da cattolici e ortodossi, Sant’Agata è la patrona di Catania. La sua festa è stata dichiarata patrimonio dell’umanità da parte dell’Unesco: terza al mondo nella cristianità per partecipazione popolare, è preceduta solo dalla Settimana Santa di Siviglia, e dal Corpus Domini di Cuzco, in Perù.
Quando la sontuosa processione delle reliquie agatine giunge in piazza Stesicoro è palpabile l’emozione e la devozione degli abitanti della città. E’ tangibile il senso di appartenenza ad una tradizione che si ripete da cinque secoli, quella di un popolo devotissimo alla sua ‘Santaituzza’, a cui sono attribuiti tanti miracoli.
I miracoli attribuiti a Sant’Agata
Molti sono i miracoli attribuiti alla Santa nel corso dei secoli. Il primo si verifica un anno dopo la sua morte, quando, nel 252, una grave eruzione colpì Catania. L’eruzione ebbe inizio il giorno 1° febbraio e aveva già distrutto alcuni villaggi alla periferia di Catania. Il popolo andò in cattedrale e, preso il velo di Sant’Agata, lo portò in processione nei pressi della colata. Questa, secondo la tradizione, si arrestò dopo breve tempo. Era il giorno 5 febbraio, la data del martirio della vergine catanese.
Pare che anche Santa Lucia, quasi coetanea di Agata, si recò alla tomba di Agata con con la madre gravemente ammalata per implorarne la guarigione. Secondo la leggenda, Lucia, mentre pregava, ebbe una visione nella quale Sant’Agata le disse «perché sei venuta qui quando ciò che mi chiedi puoi farlo anche tu? Così come Catania è protetta da me, la tua Siracusa lo sarà da te.» La madre di Lucia guarì, e la giovane dopo poco venne martirizzata.
Il terzo miracolo è legato sempre a una calamita: il 4 febbraio 1169 Catania fu scossa da un disastroso terremoto alle ore 21 quando molti cittadini catanesi erano radunati nella cattedrale per pregare in onore della Santa. Nel crollo della cattedrale morirono il vescovo Aiello e 44 monaci, oltre a un numero imprecisato di fedeli. Nei giorni seguenti altre scosse di terremoto e maremoto imperversarono sulla città. La tradizione vuole che il terremoto sia cessato soltanto quando i cittadini presero il velo della Santa e lo portarono in processione.
Secondo le leggende più di quindici volte, dal 252 al 1866,Catania è stata salvata dalla distruzione da parte della lava, ed è poi stata preservata dagli Ostrogoti, dall’ira di Federico II, e ben due volte, nel 1575 e nel 1743, dalla peste. Tutto merito, secondo i devoti catanesi, dell’amata ‘Santaituzza’.