• Login
    Forgot Password?
Language:it
  • it
  • en
  • fr
  • HOME
  • MAPPA
  • CITTA’
    • AVOLA
    • CATANIA
    • COMISO
    • ISPICA
    • MARZAMEMI
    • MODICA
    • NOTO
    • PACHINO
    • PALAZZOLO ACREIDE
    • PORTOPALO
    • POZZALLO
    • RAGUSA
    • ROSOLINI
    • SCICLI
    • SIRACUSA
    • VITTORIA
  • ITINERARI
    • ETNA E TAORMINA
    • MODICA TRA BAROCCO E CIOCCOLATO
    • MONTALBANO TOUR
    • NOTO ANTICA E BAROCCA
    • LA VIA DELLE TONNARE
    • PANTALICA, LA RISERVA INCANTEVOLE
    • PIAZZA ARMERINA E CALTAGIRONE
    • SIRACUSA FASCINO ANTICO
    • VENDICARI E MARZAMEMI
  • ESPERIENZE
  • RUBRICHE
    • GUSTO E SAPORI
    • FESTE E SAGRE
    • GITE FUORI PORTA
    • STORIA E TRADIZIONI
    • SFIZIOSE CURIOSITA’
    • PROVERBI E MODI DI DIRE
    • IL BLOG DI ALESSANDRA
  • EVENTS & OFFERS
  • NEWS
    • NEWS SUD EST

Quando per Sant'Antonio si accendevano falò - East Sicily

Home Senza categoria Quando per Sant’Antonio si accendevano falò

Categorie

  • EAST SICILY
  • ESPERIENZE
  • FESTE E SAGRE
  • GITE FUORI PORTA
  • GUSTO E SAPORI
  • LA TERRA DEI CUOCHI
  • NEWS
  • NEWS SUD EST
  • PROVERBI E MODI DI DIRE
  • SFIZIOSE CURIOSITA'
  • STORIA E TRADIZIONI

testo
  • it  Italiano

Tra falò e benedizione degli animali, il 17 gennaio si celebra S. Antonio abate, uno dei santi più venerati del Paese.

In Italia esiste una vera e propria venerazione per Sant’Antonio Abate (da non confondere con Antonio patrono di Padova): dalla Lombardia alla Sicilia sono decine, un tempo centinaia, gli eventi organizzati il 17 gennaio, data che ricorda la morte dell’eremita egiziano, vissuto nel IV secolo dopo Cristo, cui si deve l’inizio del cosiddetto “monachesimo cristiano”, ovvero della scelta di passare la vita in solitudine per ricercare una comunione più intensa con Dio.

In Sicilia, per esempio, il 17 gennaio, giorno dedicato al santo e che segna l’apertura del periodo carnevalesco, è tradizione impartire una benedizione collettiva agli animali, in particolare bestie da soma, radunate la mattina della festa sul sagrato delle chiese. Questo rito è scomparso in buona parte delle città o ha perduto oggi alcuni dei connotati tradizionali. Prima gli animali erano benedetti perché, attraverso le loro carni, il latte o la lana, producevano reddito ai proprietari. Fin da epoca medievale, Sant’Antonio veniva invocato in Occidente come patrono dei macellai, dei contadini e degli allevatori e come protettore degli animali domestici; questo, forse, perché dal maiale gli antoniani (i seguaci di Antonio) ricavavano il grasso per preparare emollienti da spalmare sulle piaghe.

Come testimonia Giuseppe Pitrè in Feste popolari siciliane:
“Sotto la tutela di questo Santo il popolo ha messo il maiale: e per tutta la città di Palermo, qualche giorno innanzi la festa, si vendono paste dolci in forma di maiale, di grandi e picciole dimensioni. In Acireale non solo questi ma anche i cavalli, gli asini, i muli si parano con fettucce e si menano in chiesa per averli benedetti. Il prete che benedice riceve una elemosina e dà una figurina di Sant’Antonio abate e un panellino; questo si dà a mangiare agli animali, quella si attacca ad una parete della stalla. Là si vendono certe ciambellette di pane, che poi si danno ai bambini; vi son però famiglie e persone che si astengono dal mangiar pane come si fa per S. Lucia e, nella “terra del Burgio” fino al 1793 coloro ch’eran travagliati dal mal di scabbia si limitavano a mangiare coccìa“.

Un altro protettorato affidato a S. Antonio è quello del fuoco: il Santo viene invocato per scongiurare gli incendi, e il suo nome è legato ad una forma di herpes (nome scientifico herpes zoster che si riattiva nell’organismo in presenza di un indebolimento delle difese immunitarie), noto appunto come “fuoco di Sant’Antonio” o “fuoco sacro”. Si tratta di una fastidiosa patologia che si manifesta sotto forma di eritemi e vescicole ed ha un decorso, in genere, di poche settimane. Tutti coloro che hanno a che fare con il fuoco vengono posti dunque sotto la protezione di sant’Antonio, in onore del racconto che vedeva il santo recarsi fino all’inferno per contendere al demonio le anime dei peccatori.

Il Pitrè, sempre nel suo celebre volume, ci ricorda un adagio celebre in buona parte d’Europa come in Sicilia a memoria del gran freddo che storicamente accompagna questo giorno:
“Sant’Antoni la gran friddura, San Lorenzu la gran calura: L’unu e l’autre pocu dura” e perciò il bisogno del fuoco: “Sant’Antoni; Pani dintra e bracia fora“.

Ancora più interessante è quanto lo storico riporta relativamente ad alcune usanze in territorio ibleo:
“Una pratica abbastanza ingenua delle ragazze modicane le quali voglia sapere l’età del futuro loro sposo è quella di affacciarsi alla finestra e di vedere il primo che passi. Gli anni di lui significheranno gli anni del marito ch’esse prenderanno. Il giorno di Sant’Antonino è designato a questa pratica come a pratiche simili S. Giovanni Battista“.

Infine, il Pitrè ricorda il significato doppio del “Purcidduzzu di S. Antoni”, che indica una conchiglia che si apprende al collo “de’ bambini travagliati da termini; ed in tutta l’isola l’oniscus di Linneo, insetto che abita nei luoghi umidi, grigio, ovale, co quattoridici piedi”.

Anche a Rosolini era tradizione, scomparsa relativamente da pochi anni, accendere i falò nel giorno di Sant’Antonio. Tra un quartiere e l’altro si realizzavano diverse cataste di legna, raccolte dai ragazzi o donate da qualche contadino. Era un momento di ritrovo per tutto il vicinato che si riuniva attorno al fuoco, quando a fine serata c’era sempre qualcuno che arrostiva la salsiccia di maiale e la offriva ai presenti. I giovani, i giorni antecedenti la festa, erano impegnati nella raccolta di qualche spicciolo da destinare all’acquisto di petardi e andavano ripetendo la frase: “Chi ci runa ppi Sant’Antoniu?“.

Rispetto al passato, sono pochi i centri in cui le usanze relative a Sant’Antonio persistono. Ci fa piacere apprendere, ad esempio, che tuttora a Ispica, nella chiesa di Sant’Antonio, si svolge il rito della benedizione degli animali. La benedizione, però, non si tiene nel giorno tradizionalmente dedicato al Santo, ma è posticipata alla domenica, al termine della Santa Messa delle ore 10.

Alessandra Brafa

 

East Sicily

Leave a Reply
Annulla risposta

East Sicily

  • Blogger
  • Chi Siamo
  • Servizi
  • Contatti

East News

  • A Rosolini il Motoraduno del 1° maggio torna con una grande novità: i bambini spiegheranno come rendere la strada sicura
  • Giuseppe Vergocopia, il digital creator siciliano che reinterpreta il mondo dell’arte cambiando percezione
  • 10 milioni di euro per sei progetti finanziati a Modica

RSS Notizie Ansa

  • Ferisce con fucilata a un braccio rivale in amore, fermato
    Indagini Cc di Caltagirone,indagato accusato di tentato omicidio
  • Covid: in Sicilia 3.462 i nuovi positivi, 19 i morti
    Sicilia a ottavo posto per contagi
  • Libri: Roberts e Everett e la Sicilia segreta
    A Palermo con Rupert Everett per volume edito dalla Federico II
  • Lampedusa isola di pace, inaugurata scultura in bronzo
    Donata alla comunità dallo scultore milanese Lucio Oliveri
  • A Taormina cade pietra arco Porta Messina, vigili indagano
    Antica struttura forse danneggiata dall'urto di un mezzo
  • Prete arrestato: poliziotto, diocesi offrì soldi per silenzio
    "Denaro della Caritas proposto da vescovo, rifiutato da vittima"

Iscriviti alla Newsletter

Copyright © 2015 East Sicily
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.Ok