RAGUSA - East Sicily
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La città
L’attuale Ragusa è situata su di una spianata circondata dalla catena collinare dei Monti Iblei, a poca distanza dall’antico centro, nella parte sud-orientale della Sicilia. Il territorio è delimitato da due stretti valloni, i solchi delle cave di S. Domenico a nord e di S. Leonardo a sud. É stata definita la “città dei ponti” per alla presenza di tre imponenti strutture che circondano il territorio: il Ponte Vecchio, il Ponte Nuovo e il Ponte Papa Giovanni XXIII. Grazie alla sua storia e ad un contesto sociale ed economico nettamente diverso dal resto dell’isola numerosi letterati, artisti ed economisti l’hanno chiamata “l’isola nell’isola” o “l’altra Sicilia”.
Il terremoto del 1693 distrusse quasi interamente la città. Nel XVIII secolo la ricostruzione la divise in due grandi quartieri: da una parte Ragusa superiore, situata sull’altopiano; dall’altra Ragusa Ibla, sorta dalle rovine dell’antica città e ricostruita secondo l’antico impianto medioevale. Questi interventi post-sisma hanno conferito all’insediamento di Ragusa un aspetto più “moderno” dando un assetto urbanistico con l’impianto viario reticolare e adottando significative soluzioni di carattere architettonico, riconosciute dall’Unesco, nel 2002, Patrimonio dell’Umanità per la rilevanza della loro qualità e quantità.
Ragusa è attraversata dal fiume Irminio, un tempo navigabile, come riscontrato da antichi documenti arabi. Attualmente è sbarrato da una diga che ha dato luogo ad un lago artificiale, il lago Santa Rosalia, che separa il territorio di Ragusa da quello di Giarratana.
Curiosità
Ragusa è stata definita la città dei cento pozzi. Secondo la leggenda questi pozzi, scavati in epoca preistorica come cisterne, costituivano la strada percorsa dai diavoli per spuntare a Ragusa direttamente dall’inferno, nel centro della terra.
Un altro mito, raccontato da Virgilio, ambientato più precisamente nella Valle dell’Irminio un tempo navigabile, narra che in questa terra sia nato Dafni, il pastore-poeta inventore del canto bucolico, da qui poi diffusosi in Grecia. Dafni aveva sposato la figlia di Giunone che, ingelosita, lo accecò dopo che questi ebbe ceduto alle lusinghe della perfida regina Climene, che per sedurlo, invero, fu costretto a drogarlo, giacché il bel giovane non intendeva tradire l’amata. Dafni andò vagando, così, per la Sicilia, cieco come Omero, fin quando non si gettò da una rupe e, morendo, fu trasformato dagli dei anch’egli in una rupe, alla richiesta di suo padre Mercurio per pietà, visitabile presso Cefalù.
Lo stemma di Ragusa
Lo stemma della città di Ragusa è composto da uno scudo sannitico di colore azzurro, su cui è raffigurata un’aquila al naturale beccata e rostrata d’oro, che stringe tra gli artigli da una parte un caduceo e dall’altra una cornucopia anch’essa d’oro, lo scudo è timbrato da una corona d’oro simbolo della città.
Cenni storici
Il centro della città si è sviluppato su tre alture ed è cresciuto su un antichissimo sito, popolato già nel III millennio a.C. dai Siculi e denominato dai Sicelioti Hibla Haeraria: ne sono testimonianza i loculi funerari a sezione rettangolare ben visibili nella valle del Gonfalone, lungo la strada che conduce a Modica. Ad avvalorare l’ipotesi di una continuità abitativa e di una identità territoriale, è la scoperta in località Rito, di una necropoli greca del VI secolo a.C. La roccaforte greca conservò la propria indipendenza fino alla conquista romana nel III secolo a.C. In seguito Ragusa passò sotto la dominazione bizantina, poi araba, normanna, sveva, angioina, aragonese. Il suo aspetto di oggi è il risultato di una ricostruzione in stile tardo barocco avvenuta successivamente ad una tragedia: il terremoto del 1693.
La ricostruzione, tuttavia, non fu priva di controversie, in quanto i cittadini non riuscirono a raggiungere l’unanimità su come ricostruire la città, per cui si edificarono due siti: Ragusa Ibla e Ragusa Superiore. Ad Ibla rimase la vecchia nobiltà costituita dai sangiorgiari (abitanti della parrocchia di San Giorgio), laddove la borghesia, i sangiovannari (abitanti della parrocchia di San Giovanni) in ascesa, preferì spostarsi nella vicina collina di Patro, facendo così nascere il primo nucleo di Ragusa Nuova caratterizzato da strade ampie e rettilinee. Tale caratteristica coincide, quindi, con una forte differenziazione sociale, che si rispecchia nell’urbanistica. I due comuni ebbero per molti anni vite amministrative separate e solo nel 1926 furono unificati nell’attuale città capoluogo di provincia.
Numerosi sono i palazzi barocchi nati vicino alle chiese dove si possono ammirare i magnifici balconi sporgenti sorretti da enormi mensoloni scolpiti dalle maestranze locali.