Il sugo finto è una ricetta antica dietro cui si cela un ingegnoso stratagemma. Pare, infatti, che venisse cucinato per mascherare la povertà.
Il sugo finto (in siciliano ‘u sucu fintu) non contiene la carne e per questo motivo esso veniva definitivo il sugo dei poveri. Questo piatto non nasceva, come potrebbe accadere oggi, come scelta vegetariana; alla base della sua creazione vi sono, infatti, motivi soggiacenti ben diversi, legati alla penuria della carne in tempo di guerra e di dopoguerra.
Pare che il sugo finto venisse preparato nelle cucine siciliane con lo stesso procedimento di un comunissimo sugo: il segreto stava nel finocchietto abbondante, condimento che aromatizzava ciò che bolliva in pentola, spargendo nell’aria il profumo di un vero e proprio sugo a base di carne.
‘U sucu fintu serviva a ingannare se stessi, illudendosi di poter contare su un piatto ricco, ma anche il vicinato: l’odore lasciava intendere ai vicini che anche in quella famiglia di domenica, nel giorno del Signore, si stesse cucinando un piatto prelibato, come ad esempio salsiccia al sugo o altre parti nobili del maiale.
Ingegnoso stratagemma quello di usare le patate al posto della carne e di mascherare la povertà in cucina in attesa di tempi migliori.
Ingredienti
- 100 gr di estratto di pomodoro,
- 1 cucchiaino di semini di finocchietto selvatico,
- 3 patate sbucciate,
- 1 cucchiaio di olio,
- 1 cipolla.
Procedimento
- Soffriggere una cipolla tagliata finemente in un cucchiaio di olio di oliva.
- Sciogliere l’estratto di pomodoro con un bicchiere d’acqua fino a quando non diventa liquido.
- Aggiungere i semini di finocchietto, le patate e farlo cuocere con acqua secondo quantità a fuoco lento.